Nel piazzale antistante l’ingresso dell’hotel claila, era ubicata una piattaforma girevole, terminal di un binario, da dove si faceva ruotare un vagone a mano ed a spinta lo si incanalava nel vuoto prospiciente la facciata est.
Il piano ferroviario era più basso di circa 50-70 cm. cosi il pianale del vagone incanalato nel vuoto andava a pareggiare il proprio piano con il pavimento del piano terra, in questo modo le merci venivano caricate dal grande portone est con estrema facilità.
Il piano seminterrato, fungeva da deposito e le merci vi accedevano sia da una botola posta nel pavimento a piano terra che dall’ingresso posto sul lato ovest.
“Non un albero nè una casa sono rimasti in piedi, il muro più alto vi arriva al ginocchio…il vento non solleva un granello di polvere, tutto sembra già schedato e giudicato”.
Sono le parole con cui Ennio Flaiano descrisse Francavilla dopo essere stata minata e rasa al suolo dalle truppe tedesche durante il secondo conflitto mondiale: gli edifici rimasti in piedi si attestarono intorno al 2% del totale.
Per questo, oggi, l’antica palazzina dell’hotel Claila rappresenta la storia ed è il simbolo dello sviluppo economico e culturale che Francavilla al Mare acquisì, dai primi dell’Ottocento fino alla seconda guerra mondiale; sia grazie alle sue sabbiose spiagge che le regalarono l’appellativo di “Perla dell’Adriatico, sia grazie al “Cenacolo Michettiano”, centro culturale di alto profilo fondato da Francesco Paolo Michetti che ospitava personalità prestigiose come Gabriele D’Annunzio, Francesco Paolo Tosti, Edoardo Scarfoglio e Matilde Serao ed con altri noti artisti.